Era il 2013 quando gli avevano diagnosticato un cancro in stato avanzato, inoperabile, con una prospettiva di vita di soli 20 giorni. Da allora ha cominciato la terapia e dopo pochi anni ha cominciato a camminare. Sì, a camminare. Più di 30 milioni di passi alle spalle, per un totale di oltre 21 mila chilometri e certamente tanti altri ancora da fare, perché Andrea Spinelli, classe 1973, catanese di nascita e friulano di adozione, non ha certo intenzione di fermarsi. Il tumore, quello sì, invece, si è fermato e, contrariamente a ogni aspettativa, non è andato in metastasi.
“Camminare non guarisce dal cancro“, tiene tuttavia a sottolineare, “l’esercizio fisico, ovvero le mie lunghe passeggiate – aggiunge -, non sono un percorso o una terapia di guarigione dall’adenocarcinoma alla testa del pancreas, la malattia fa il suo corso. È l’equilibrio che il mio sistema immunitario ha trovato, rendendo stabile la malattia“. Con molta onestà invita chiunque si trovi ad affrontare una sfida del genere a rivolgersi ai centri specializzati ma si compiace di essere da esempio per tutti e non oggetto di compassione.
Il suo è stato definito “un caso unico al mondo”. Nel dicembre 2019, Giovanni Lo Re, l’oncologo del Centro di riferimento oncologico di Aviano che lo segue, ha pubblicato uno studio su di lui sulla rivista Journal of Cancer Metastasis and Treatmentdal titolo ‘Physical exercise in locally advanced pancreatic adenocarcinoma: “If I walk, I live. Although one can die of cancer, now I am living’.
A volte la malattia gli provoca dolori acuti ma il movimento fisico produce endorfine che lo aiutano a sopportare meglio il dolore fisico e quello psicologico. Molti dei percorsi li ha affrontati in solitaria, tra boschi e montagne o dinanzi al mare, ovvero sempre a tu per tu con la Natura, che gli permette di ricevere un grande conforto.
Quando ricevette la diagnosi tremenda, non si è dato per vinto. È stato anzi proprio in quel momento che ha reagito. Come scrive nel suo blog, “ho trovato la maniera di reagire, nel modo più semplice che c’è, camminando. Questo antico modo di muoversi ho scoperto passo dopo passo che mi fa star bene ed è diventato il mio modo di ringraziare la vita nonostante tutto. Ho iniziato con il recarmi in ospedale a piedi da casa mia che dista circa quindici chilometri per poi fare piccole escursioni in montagna fino a iniziare dei veri e propri cammini. Dal confine italo-austriaco di Tarvisio ho percorso a piedi quasi 900 chilometri, ho valicato l’Appenino emiliano dal passo di Croce arcana per arrivare fino a Fucecchio in Toscana, calcando le orme degli antichi pellegrini su antiche vie“.
Anche in questo periodo in cui il Covid ha paralizzato il mondo intero, Andrea Spinelli non si è fermato, andando in ospedale per la terapia e, ovviamente, camminando. Sull’autocertificazione sempre la stessa motivazione, avallata dal suo oncologo: “Il cammino costante e continuo è necessario per il mantenimento della risposta immunitaria“.
Da questa esperienza, sono scaturiti due libri, Se cammino vivo. Se di cancro si muore pur si vive e Il caminante. Camminatore, pellegrino e viandante, pubblicati entrambi da Ediciclo, rispettivamente nel 2018 e nel 2020. Ma, soprattutto, Andrea ha dato vita a un blog, che racconta passo dopo passo, è il caso di dire, il suo cammino, come pure la pagina Facebook (da cui sono tratte queste immagini), costantemente aggiornata, grazie alla quale è possibile anche interagire con lui.