Tutti ricordiamo con terrore l’inizio della pandemia e il lockdown totale, una quarantena che non voleva finire mai. Tutti chiusi nelle proprie case perché non si conosceva ancora la portata di questo coronavirus, il CoV-2, e quando al tg mandavano un servizio sul Covid-19 trattenevamo quasi il fiato per la paura. Anche fare sport in solitaria all’aperto era diventato un sogno. E l’attività fisica, soprattutto all’aperto, è un’ottima valvola di sfogo, quindi tutto ciò favoriva un acuirsi del disagio interiore di ciascuno.
Oggi, benché siamo ancora nel mezzo dell’incubo, la situazione è più sotto controllo e l’abbassamento della curva dei contagi, l’accesso ai vaccini a sempre più persone e l’estate alle porte fanno intravedere una via d’uscita. Come sappiamo, con gli ultimi tre decreti (il dpcm 2 marzo 2021, il decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30 e il decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44), l’Italia è stata divisa in tre zone ovvero ogni regione e comune può ricadere in una di queste tre zone: rossa, arancione, gialla: una sorta di semaforo. Com’è facilmente intuibile ogni colore indica un livello di limitazioni diverso in base alla gravità del contesto (principalmente data dall’andamento della curva dei contagi proporzionata al contesto sociosanitario locale).
Limitazioni alle libertà non significa tuttavia privazione della libertà, ma soglie diverse che consentono ciascuna un margine diverso di libertà nei vari campi della vita sociale, compresa l’attività fisica e sportiva. Limitandoci a quest’ambito, vediamo cosa si può fare e cosa non si può fare rispettivamente nella zona rossa, nella zona arancione e nella zona gialla.
Attività motoria e attività sportiva
Prima di vedere nel dettaglio dovremo distinguere l’attività sportiva dalla semplice attività motoria o fisica. Stando alle delucidazioni del Ministero della Salute, si intende attività motoria “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”, insomma la classica passeggiata è l’attività motoria per eccellenza.
L’attività sportiva, invece, “comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise”. Al suo interno si distingue poi quella sportiva dilettantistica, che “è svolta all’interno di una cornice organizzata e riconosciuta da enti sportivi mediante tesseramento a una Asd/Ssd” dall’attività ludico-amatoriale, svolta invece in autonomia, come la classica partita di calcetto fra amici o colleghi.
In tutti i casi, ovvero che si tratti di attività sportiva o attività motoria e che si tratti di zona rossa, arancione o gialla, è consentita dalle 5 alle 22 (nelle restanti ore della giornata c’è il coprifuoco).
Zona rossa
In zona rossa è consentito svolgere individualmente attività motoria nei pressi della propria abitazione, ma sempre rispettando la distanza minima interpersonale di un metro e con l’obbligo della mascherina.
Quanto all’attività sportiva, anche se amatoriale e non competitiva, è possibile non indossare la mascherina perché comprometterebbe il giusto apporto di ossigeno. Inoltre, è consentito muoversi in tutto il territorio del proprio comune ma pur sempre in forma individuale e all’aperto. Chiuse infatti piscine e palestre.
Può capitare tuttavia di incrociare altri sportivi o passanti e, in tali casi, la distanza interpersonale quando si fa sport deve essere di almeno due metri, visto che si può non indossare la mascherina e si movimenta più aria in entrata e in uscita, spesso accompagnata dall’ormai famoso droplet, quelle goccioline di vapore che emettiamo col respiro.
Ma è possibile sconfinare in altri comuni? Come scrive il Ministero in risposta alle Faq, “è tuttavia possibile, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza”. Per intenderci, non posso andare in auto in un altro comune per andare poi a correre lì, ma, partendo per esempio correndo o in bici dal mio comune, potrei finire lì per poi tornare.
Si accennava alle palestre e piscine che restano chiuse agli utenti, come pure i centri termali, “fatta eccezione – spiega il Ministero – per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del Coni o del Cip”.
Anche i circoli all’aperto restano chiusi, in quanto sono vietati tutti gli sport di gruppo, anche quando non vi sia contatto (ad esempio il tennis). Sono proibite anche le gare di sport da contatto di carattere amatoriale, benché si è liberi di svolgere i relativi allenamenti di sport da contatto o di squadra, purché all’aperto e in forma individuale, rispettando il distanziamento.
In zona rossa è sempre necessaria l’autocertificazione, perché ci si può muovere solo per motivi di necessità comprovati, come spesa o lavoro. La si può portare con sé preventivamente o comunque saranno le forze dell’ordine a fornire il modulo in caso di fermo.
Zona arancione
In zona arancione restano inaccessibili palestre e piscine ai dilettanti e aperte a chi fa attività agonistica, ma per i circoli all’aperto è possibile praticare sport che non siano da contatto, come il tennis o il famigerato padel.
In tali casi è possibile recarsi in un altro comune per fare sport ma solo se nel proprio non siano disponibili le strutture per praticare quell’attività (appunto, nel caso ad esempio che non vi siano campi da tennis). Ovviamente sempre rimanendo all’interno della propria regione o provincia autonoma.
Per non penalizzare i piccoli comuni (con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti), si equipara il territorio comunale a una fascia circostante fino a una distanza di 30 km dai relativi confini.
In zona arancione non è necessaria alcuna autocertificazione.
Zona gialla
Tra zona gialla e arancione cambia veramente poco, se non la possibilità di spostarsi liberamente da un comune all’altro (col divieto però di recarsi in comuni arancioni o rossi). In realtà può risultare tutt’altro che “poco” per gli appassionati di trekking, escursionismo o trail running che abitano in città.
E la camminata è attività motoria o sportiva?
Abbiamo spiegato cosa intenda il Ministero per attività sportiva e attività motoria o fisica. A questo punto sorge la domanda: e la camminata è attività sportiva o motoria? Nel caso dell’hiking pare non vi siano dubbi, l’escursionismo è considerato sport e, come vedremo, è quindi consentito anche in zona rossa purché in forma individuale. Ma la camminata?
Direi dipende: se parliamo della comune passeggiata, magari col cagnolino al guinzaglio, è senza dubbio semplice attività motoria. Ma se parliamo di camminata sportiva, al pari della marcia, dovrebbe essere considerata ben altro. A rigor di logica, del resto, se si chiama camminata “sportiva” è un’attività sportiva. Tra l’altro è riconosciuta dal Coni, seppur col nome del metodo fit walking, come è noto. Sarebbe poi quasi impensabile effettuare cinque o più chilometri di camminata veloce attorno al proprio isolato o giù di lì, per altro con la mascherina, rischiando così di andare in carenza di ossigeno. Certo, non possiamo assumerci la responsabilità di un’eventuale sanzione, quindi raccomandiamo prudenza.
Innanzitutto si consiglia di indossare un abbigliamento sportivo che può fugare ogni dubbio (se usciamo per una normale passeggiata vestiamo solitamente casual e non con abiti tecnici, cardiofrequenzimetro, zaino idrico ecc). Nel caso in cui dovessimo poi essere fermati, potremmo provare a spiegare all’agente, con la dovuta chiarezza e gentilezza, che si tratti di una disciplina sportiva a pieno titolo, illustrando eventualmente anche la tecnica di esecuzione, che poi è ciò che differenzia un’attività sportiva da una semplice attività motoria.